70 | 01.02.2005 um 14:49 |
Fonte notizia: | TGCOM |
31/1/2005 Incidenti, danni non solo a parenti Risarcita associazione vittime strada Anche l'associazione nazionale che riunisce i familiari delle vittime della strada è stata riconosciuta come parte lesa. In un processo per omicidio colposo, infatti, un giudice del tribunale di Pisa ha condannato l'imputato al pagamento di una provvisionale di 1.500 euro a favore dell'Associazione nazionale familiari vittime della strada. Il risarcimento, dunque, non ha riguardato soltanto il marito e il figlio della vittima. Il processo si riferiva alla morte di una donna di Vigevano, Michela Simeone, 44 anni, uccisa a Pisa nel maggio di tre anni fa, mentre camminava sul marciapiede. A investirla era stata l'auto impazzita di un pizzaiolo di Pietrasanta, Giovanni Cangeri, 28 anni, che aveva perso il controllo del mezzo. La donna fu falciata, sotto gli occhi del marito e del figlio durante una visita alla città. Morì poche ore dopo all'ospedale, mentre il marito, Giorgio Giunta, rimase ricoverato per più di tre mesi. Nel processo si era costituita parte civile l'Associazione nazionale familiari delle vittime della strada. Il pm Aldo Mantovani aveva chiesto una condanna a due anni. L'imputato è stato condannato ad un anno e 8 mesi con la sospensione della patente per un anno. Il giudice ha riconosciuto ai familiari provvisionali per complessivi 140.000 euro e all'associazione una provvisionale di 1.500 euro. |
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69 | 05.11.2004 um 11:49 |
Fonte notizia: | Giorgio Giunta |
Pisa 04 Novembre 2004 Causa indisponibilità di alcuni legali ammalati l'udienza per il processo "unomaggio" fissata per il 04 novembre 2004 è stata aggiornata a sabato 29 gennaio 2005. alle ore 10.00 Tutto normale per la velocità della giustizia Italiana che dopo 3 anni e mezzo, di udienze vere e proprie se ne è fatta solo 1. considerando che i vati testi e testimoni si sono fatti c.a. 600 km per 5 volte Le altre udienze 5 in tutte delle vere farse da teatrino. Vergogna. Firmato Giorgio Giunta |
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68 | 27.09.2004 um 00:31 |
Fonte notizia: | Sergio Cianti (FI) |
----- Original Message ----- From: "Lorenzo Borselli" To: Sent: Friday, September 24, 2004 7:11 PM Subject: Gira questa mail per favore! BIMBA GRAVISSIMA Carissimi, vi giro questa mail per una bambina malata... Non si chiedono soldi, ma solo di fare girare questa notizia nella speranza di contattare qualcuno che conosce il problema... Grazie Mi chiamo Daniele Brandani e ho una figlia di 2 anni di età che si chiama Lucia. Nell' Ottobre del 2001 abbiamo scoperto che Lucia ha un cancro. Si tratta più precisamente di un"endocarcinoma surrenalico secernente", una forma molto rara nei bambini. Purtroppo dopo 2 operazioni e la chemioterapia fatta (si tratta di un ciclo con Mitomane associato a Etoposide, Doxorubicin e isplatino), non abbiamo avuto il minimo risultato ed il tumore continua a crescere ad una velocità spaventosa. Forse tu conosci qualcuno che potrebbe darci aiuto per affrontare questo tumore, forse tu conosci un amico che ha già avuto questa esperienza e se lo conosci digli di contattarmi al più presto, non ci rimangono che poche settimane! Se non lo conosci tu lo potrebbero conoscere i tuoi amici. Per favore fai circolare questa lettera. Grazie Daniele Brandani c/o Edizioni Bora S.n.c. Via Jacopo di Paolo, 42 40128 Bologna Italy cell: 348-711.25.95 Fax: 051-374.394 Specificare per LUCIA BRANDANI Anche se non sapete come aiutarlo inoltrate questa mail, non costa niente! Stiamo parlando di una vita! |
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67 | 10.06.2004 um 15:34 |
Fonte notizia: | Federico A. Bianchi |
TRE ANNI E NOVE MESI PER UN PIRATA DELLA STRADA A LATINA: RISARCIMENTO DEI DANNI PER L'ASSOCIAZIONE Un pirata della strada è stato condannato con sentenza che ha definito il processo penale di primo grado, senza ricorso a patteggiamento, ad una pena di 3 anni e nove mesi di reclusione; il pirata è recluso dal giorno del sinistro ed ha già scontato 11 mesi di detenzione cautelare; nel processo penale si era costituita a fianco dei soci dell'Associazione congiunti superstiti Signori Marzella, rappresentati dall'avvocato convenzionato per la provincia di Viterbo Bianchi, anche l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada con l'Avvocato convenzionato per la Provincia di Latina La Starza; il rappresentante della sede di Latina Giovanni Delle Cave dopo aver sentito la lettura della sentenza ha affermato: "oggi a Latina la giustizia ha trionfato"! Il Giudice ha stabilito che il risarcimento dei danni subiti dalle parti civili, ivi compresa l'Associazione, sarà da liquidarsi in separata sede. La sentenza, che segue la scia dei recenti provvedimenti dei Tribunali di Pisa e Lanciano, conferma la tendenza dei Tribunali ad applicare pene congrue per il reato di omicidio colposo ed ad accogliere le istanze di giustizia dei difensori delle vittime. |
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66 | 30.05.2004 um 11:25 |
Fonte notizia: | Sede Lanciano (CH) |
APPELLO DELLA RAPPRESENTANTE DI SEDE DI LANCIANO (CH) VITALINA LABATE PER UNA MANIFESTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE DI SOSTEGNO AI SOCI FAMILIARI DELLE VITTIME PER IL PROCESSO PER L’OMICIDIO DI VINCENZO POMILIO PER L’UDIENZA DEL 3.6.2004 ORE 9.00 E SEGUENTI IL PROCESSO “POMILIO” DI LANCIANO IN CUI LA ASSOCIAZIONE SI E’ COSTITUITA PARTE CIVILE A FIANCO DEI SOCI RAPPRESENTA NELLA STORIA DEL DIRITTO ITALIANO IL PRIMO CASO IN CUI UN GIUDICE HA AVUTO IL CORAGGIO DI RESPINGERE UNA PENA PATTEGGIATA PER IL REATO DI OMICIDIO COLPOSO E DI GUIDA IN STATO DI EBBREZZA ALCOOLICA A DUE ANNI E TRE MESI DI RECLUSIONE FINALI CONCORDATA DAL DIFENSORE DELL’IMPUTATO CON IL PM GIA’ OLTRE IL LIMITE DELLA SOSPENSIONE CONDIZIONALE DELLA PENA IL CASO ED IL PROCESSO Ubriaco, alla guida del suo furgone una sera di quasi estate trasformò il veicolo in un enorme proiettile che travolse 5 ragazzi tranquillamente seduti al Bar, ne uccise due, un altro fu gravemente ferito. Il Gup del Tribunale di Lanciano (Chieti) Tullio Moffa in data 28 gennaio ha respinto la richiesta di patteggiamento di Marino Scutti, 36 anni di Altino (Chieti), accusato di omicidio colposo per l’incidente stradale avvenuto il 12 maggio 2002 a Guarenna di Casoli (Chieti), quando il suo furgone piombo’ su 5 ragazzi tranquillamente seduti davanti ad un bar uccidendone 2 e ferendone gravemente un altro. La difesa di Scutti aveva chiesto il patteggiamento a 2 anni e 3 mesi di reclusione senza condizionale. Richiesta giudicata non congrua dal gup Moffa che a seguito dell’intervento in opposizione del difensore delle parti civili Avvocato Gianmarco Cesari ha rinviato a giudizio Marino Scutti all’udienza fissata per il 3 giugno prossimo. L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada difesa dall’Avvocato Gianmarco Cesari del Foro di Roma, che ha anche assunto la difesa congiunta dei superstiti di Vincenzo Pomilio, Giovanni Pomilio il padre, Domenica Rosa De Camillis la madre, Mariapina Pomilio la sorella, si è costituita parte civile. L’interlocuzione sulla entità della pena concordata per il patteggiamento da parte dell’Avvocato Gianmarco Cesari il 28 gennaio venne accolta dal Giudice per le Indagini preliminari che così pronunciò: “Ritenuto che la pena proposta non appare congrua in riferimento alla assoluta gravità dell’incidente stradale nel corso del quale hanno perso la vita due ragazzi ed altra parte offesa risulta ridotta a mero stato vegetativo, oltre che alle modalità estremamente allarmanti della dinamica del sinistro e delle condizioni psiciofisiche dell’imputato, Visti gli artt. 429 c.p.p. , 132 e 133 d.lvo 271/89 P.Q.M. dispone il rinvio a giudizio del Tribunale di Lanciano in composizione monocratica di Marino Scutti per i reati di cui alla rubrica d’imputazione, indicando pe rla comparizione del predetto davanti al Tribunale di Lanciano in composizione monocratica l’udienza del 3 GIUGNO 2004 ore 9.00 e seguenti”. Il caso è stato al centro di un convegno promosso dalla sede di Chieti della Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada il 30 gennaio scorso con la partecipazione del Vicepresidente Prof. Antonio Lerario, dell’Avv. Gianmarco Cesari e del Pubblico Ministero Miriana Di Serio, dei rappresentanti dell’associazione, di magistrati, avvocati e familiari delle vittime ed è stato protagonista di una diretta televisiva nella trasmissione “La Vita in diretta” Per vedere la registrazione di questo filmato cliccare su "Legali & avvocati" sez. "Il coraggio di un giudice" |
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65 | 24.04.2004 um 16:53 |
Fonte notizia: | Massaro Patrizia |
A seguito dell’incidente stradale avvenuto il 6 Gennaio 2002 a San Mauro T.se (To) in cui rimaneva vittima la trasportata Eleonora Negrin e per il quale, nove mesi dopo, il Giudice dell’udienza preliminare concedeva alla responsabile il patteggiamento a 4 mesi, il 9 Aprile 2004, presso il Tribunale di Torino, nel processo per favoreggiamento a carico di due ragazzi anch’essi trasportati che, durante le indagini preliminari, nell’aiutare l’imputata ad alleggerire la propria responsabilità avevano dato versioni smentite poi da testimonianze, il Giudice ha accettato la Costituzione parte civile di Massaro Patrizia, madre di Eleonora Negrin, assistita dall’Avv. Gianmarco Cesari. E’ stata sentita in aula una nutrita schiera di testimoni e, nella prossima udienza che si terrà il 17 giugno prossimo verrà ascoltata Massaro Patrizia, in qualità di teste. Per la legge Italiana il favoreggiamento è un reato contro l’amministrazione della giustizia in quanto offende la stessa e lo Stato (e non i familiari delle vittime): il fatto che sia stata accettata la Costituzione parte civile e quindi la partecipazione al processo, rappresenta un nuovo passo avanti per quanto riguarda il “diritto di partecipazione alla affermazione della verità”, quasi sempre negato! Massaro Patrizia. Qui di seguito gli articoli usciti su: La Stampa, Torino Cronaca, La Nuova. NEL TRAGICO INCIDENTE, DUE ANNI FA A SAN MAURO, MORÌ UNA DICIOTTENNE Alla sbarra dopo lo schianto mortale Gli amici avrebbero tentato di far ricadere la colpa sulla vittima Eleonora Negrin morì a 18 anni, dopo tre giorni di agonia in un letto del Giovanni Bosco. L’alba del 6 gennaio di due anni fa rimase coinvolta in un terribile incidente d’auto avvenuto in borgata Sant’Anna, a San Mauro. La Toyota Yaris condotta dall’amica Sara Boero sbandò ad alta velocità sull’asfalto ghiacciato e si schiantò contro la recinzione di una scuola, provocando anche una fuga di gas. I tragici momenti sono stati rievocati ieri in un’aula di Tribunale nel corso del processo agli altri due passeggeri dell’automobile, Giovanni Merlo, 24 anni, e Alberto Ramella, 25 anni, entrambi biellesi, accusati di favoreggiamento. Secondo l’accusa i due giovani, che nell’incidente non riportarono danni, avrebbero fornito ai carabinieri una versione addomesticata dei fatti per alleggerire la posizione di Sara Boero. La ragazza, indagata per omicidio colposo, ha già patteggiato una pena a 4 mesi di reclusione. Ricorrendo in via amministrativa contro la sospensione della patente, la Boero avrebbe anche cercato di far ricadere la colpa dello schianto sull’amica deceduta, spalleggiata dalle testimonianze di Merlo e Ramella. Una versione smentita in parte dalla ricostruzione dei fatti eseguita dai carabinieri e dal racconto in aula di un tassista, testimone oculare dell’incidente. Per ripercorrere con esattezza le ore che hanno preceduto e seguito il sinistro mortale, ieri il giudice ha convocato i vigili del fuoco che intervennero sul posto, la madre di Eleonora e gli amici che si trovavano in discoteca con la ragazza prima dell’incidente. E’ stata accolta la richiesta di costituzione di parte civile della mamma della giovane, Patrizia Massaro, ma non quella dell’Associazione Vittime della Strada, che intendeva affiancare la donna nel giudizio. «Purtroppo anche nelle aule dei tribunali si presta poca attenzione ai diritti dei familiari delle vittime - è il commento della responsabile torinese dell’Associazione, Candida Torelli Mancini - si pensa molto al recupero sociale degli imputati e quasi mai al desiderio di giustizia di chi ha perso una persona cara». «Sulla morte di Eleonora purtroppo sono state dette un sacco di bugie - si sfoga Patrizia Massaro - non cerco vendetta ma vorrei solo che si riuscisse a fare giustizia». |
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64 | 21.04.2004 um 21:37 |
Fonte notizia: | Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada |
I RAGAZZI MUOIONO IL PARLAMENTO APPLAUDE Al parlamento come allo stadio, la politica come tifo calcistico. L'ennesimo stop all'ennesimo tentativo di regolamentare la vita notturna dei giovani, per tutelarne la vita, è stato salutato dai nostri disonorevoli rappresentantti con un applauso. Qualcuno ha fatto un gol, qualcuno, forse, un autogol. La vittoria della cultura del denaro sulla cultura della vita. Senza nemmeno un pò di rispetto per i morti. Sei anni fa sull'asfalto ho perso mio figlio, oggi ho perso la fiducia nelle istituzioni. Carla Mariani Portioli Coordinatrice nazionale per le "Stragi del sabato sera" Dell'associazione familiari e vittime della strada - onlus tel e fax 0522/836830 |
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63 | 12.04.2004 um 21:09 |
Fonte notizia: | ASAPS www.asaps.it |
ASAPS Roma CLAMOROSA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE: SE IL CONDUCENTE È UBRIACO E SBATTE, È INNOCENTE, PURCHÈ VADA PIANO… (ASAPS) ROMA – Questa proprio non ce l’aspettavamo. Con preoccupazione avevamo commentato le sentenze di alcuni giudici di pace, che avevano dimostrato di considerare la guida in stato di ebbrezza un reato di danno, mentre nella filosofia del legislatore – e secondo la nostra modesta opinione – trattasi piuttosto di un reato di pericolo. Ma constatare che anche dalla corte di Cassazione giunge una conclusione così perentoria, questo davvero non ce l’aspettavamo davvero. In sostanza, secondo la Quarta Sezione penale, è possibile guidare ubriachi e non incorrere in alcuna sanzione, amministrativa o penale, né nella tanto temuta decurtazione di punti. Vediamo il fatto: si discuteva di un automobilista di Gorizia, che aveva causato un “incidente di lievi danni conseguente al suo stato di ebbrezza per aver superato di poco il tasso alcolemico fissato dalla normativa”. Dopo le contestazioni della Polizia Stradale, che aveva denunciato il trasgressore, ritirato la patente e avviato l’iter per la decurtazione dei punti, il giudice di pace di Gorizia aveva smentito l’operato della pattuglia, dichiarando “in considerazione dei lievi danni causati nell'incidente”, il non doversi procedere nei confronti dell’ubriaco (questo almeno era accertato dall’etilometro), imputato del reato previsto dall’articolo 186 del Codice della Strada. Non era d’accordo – ovviamente – il Procuratore generale di Gorizia che, memore delle regole inflessibili disposte con l’introduzione della patente a punti, ha chiesto fino in Cassazione la condanna dell’automobilista. La speranza di vedere però sanzionato il conducente è svanita innanzi alla Quarta sezione penale, che con la sentenza 16922 depositata il 9 aprile 2004, ha respinto il ricorso della Procura di Gorizia ritenendo che spetta al “giudice valutare se il danno e il pericolo derivanti dalla condotta siano stati esigui, avuto riguardo all'interesse tutelato, in maniera tale da non giustificare l'esercizio dell'azione penale, e supportando l'eventuale applicazione della norma con idonea motivazione”. In particolare, nel caso in questione la Suprema Corte ha ritenuto “non illogico o incongruo valutare di particolare tenuità un fatto che è al limite del reato, rientrandovi per poco gli indici rilevati, e valutare positivamente a tali fini i lievi danni, ove si considera che l'interesse tutelato è la circolazione stradale o meglio la lieve entità del pericolo dovuta al fatto che la velocità dell'auto guidata dall'imputato era moderata”. Noi, stavolta, siamo senza parole, il lavoro su strada per la sicurezza da parte delle divise rischia di diventare sempre più inutile. Pensare che recenti studi hanno ribadito che anche un’alcolemia inferiore a 0,5 g/l produce effetti negativi nella fase percettiva alla guida. Sulla strada intanto si continua a morire. (ASAPS) |
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62 | 03.04.2004 um 16:47 |
Fonte notizia: | Giuseppe Raduano |
Rappresento l'associazione Italiana familiari e vittime della strada nella provincia di Rimini, capitale delle discoteche e del "divertimentificio giovanile". Anche a nome dell'Associazione PU.RI. (PUnto RIferimento familiari vittime), che presiedo, in data 5/3/2004 ho voluto esporre il nostro punto di vista ai quotidiani locali, per fare sentire una voce diversa da quella del sindacato dei locali da ballo (è stato chiesto ai ragazzi che frequentano le discoteche di inviare SMS di protesta contro il disegno di Legge Giovanardi), di alcune associazioni di commercianti (hanno lamentato il rischio di bancarotta) e di tanti esponenti politici locali. Nessun quotidiano ha voluto pubblicare questa voce fuori dal coro. Non è difficile intuirne i motivi di fondo. Abbiamo perciò deciso di mettere in atto una protesta silenziosa, sottoponendoci ad autoimbavagliamento per un mese. Dal 5/03/2004 al 5/04/2004 nessun comunicato stampa, nè per divulgare il calendario delle nostre lezioni di educazione stradale nelle scuole, nè per la settimana mondiale dedicata alla sicurezza stradale, nè per gli altri argomenti che vedono le associazioni di familiari vittime della strada in prima linea, sul fronte della sicurezza stradale e del dopo incidente. Come responsabile dell'Associazione PU.RI., ho anche attuato un'altra scelta apparentemente provocatoria. Vengono rifiutati gli inviti di partecipazione a trasmissioni televisive o le richieste di intervista da parte di giornali, quando viene proposto di osservare un copione prestabilito, verosimilmente dettato da prioritarie esigenze di audience. Queste forme di protesta sono state segnalate a chi dovrebbe garantire una corretta informazione. Apprezzo moltissimo le tante ed impegnative iniziative che vengono messe in campo per la settimana mondiale della sicurezza stradale. Vogliate considerare anche queste forme di protesta in tale ambito. Un cordiale saluto da Giuseppe Raduano |
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61 | 26.03.2004 um 08:35 |
Fonte notizia: | Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada |
COMUNICATO STAMPA L’Associazione italiana familiari e vittime della strada onlus ha tenuto il 24 marzo una manifestazione a piazza Montecitorio per ottenere la discussione del disegno di legge n. 1885 presentato a ottobre 2001 e pendente da allora senza séguito dinanzi alla competente Commissione Giustizia della Camera. La richiesta è di norme che non colpiscano di nuovo, nelle aule dei tribunali, chi non per sua colpa è stato già duramente colpito sulla strada; quindi di pene più serie cioè effettive, dignità processuale anche per le vittime e non gli assurdi privilegi dati oggi ai colpevoli, risarcimenti certi e non offensivi. Due grandi striscioni rivolti verso il palazzo recitavano “i morti della strada chiedono giustizia”; momenti di profonda commozione trai familiari provenienti da tutta Italia quando da due microfoni sono stati letti oltre 150 nomi dI loro Cari perduti; infine una delegazione dell’Associazione composta dalla presidente prof.ssa Cassaniti, dal vice presidente prof. Lerario, dal responsabile per la giustizia avv. Bianchi e dal rappresentante di Latina signor Delle Cave è riuscita a consegnare dopo lunga attesa all’Ufficio del Presidente della Camera on. Casini un nuovo appello per la discussione del disegno di legge 1885 e le quasi 150 delibere con le quali altrettanti Comuni italiani, tra i quali 17 Capoluoghi di provincia, hanno ufficialmente chiesto quella discussione. I tanti Deputati anche noti e importanti usciti dal palazzo al termine della mattinata hanno, con qualche rara eccezione, degnato la manifestazione solo di qualche sguardo disattento, come se l’impegno di difendere i cittadini fosse compito di una struttura di volontari e non loro obbligo primario e insoddisfatto. Giuseppa Cassaniti Mastrojeni presidente |
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