Thu 23 January 2003 -
© l'informatore -
Vigevano -
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Stroncati marito,
moglie e le loro due gemelline di appena cinque
settimane |
Un’intera famiglia distrutta in un
attimo. Una città sgomenta che ancora non sa
rassegnarsi all’idea che un solo attimo basti a
cancellare per sempre una madre, un padre e il
frutto del loro amore: due gemelline di appena
cinque settimane, nate insieme l’11 dicembre e
insieme morte in un freddo pomeriggio dell’unico
inverno che hanno conosciuto. Sei giorni dopo il
terribile incidente stradale in cui hanno perso la
vita Carluccio Braghenti, bancario di 52 anni, la
moglie Marina Julie Gnohj, casalinga di 30
originaria della Costa d’Avorio, e le piccole
Stephanie e Michelle, a Mortara, la loro città,
l’incredulità lascia spazio al dolore. Alle 10
di domani (venerdì), quando all’abbazia di Santa
Croce verranno celebrati i funerali dei genitori e
delle due bambine, l’intera comunità mortarese si
fermerà in segno di lutto. I feretri saranno poi
sepolti insieme al cimitero di Mortara. Il
sinistro che ha annientato la famiglia Braghenti è
avvenuto poco dopo le 16,15 di venerdì, lungo la
statale 596bis dei Cairoli, tra Garlasco e
Mortara: alla guida della sua Renault Clio,
Carluccio stava tornando a casa da Pavia con la
moglie e le figlie, sottoposte ad una visita di
controllo al Policlinico San Matteo. La dinamica
esatta della tragedia è ancora in fase di
accertamento da parte dei carabinieri, ma, secondo
una prima ricostruzione, sembra che
l’automobilista, giunto all’altezza della frazione
Remondò di Gambolò, abbia tentato di sorpassare
due autobotti. Dopo aver superato il primo Tir, la
Clio è rimasta sulla corsia di sorpasso; in quel
momento dalla direzione opposta arrivava un camion
carico di legname. A nulla è valso il tentativo
del conducente dell’autobotte di far “rientrare”
la macchina: la Clio si è scontrata contro il
camion di legna. Nell’urto violentissimo
Carluccio Braghenti e la moglie sono morti sul
colpo. La piccola Stephanie è morta pochi istanti
dopo, mentre la sorellina Michelle è spirata alle
13,30 di sabato in un letto dell’ospedale Niguarda
di Milano. |
GAMBOLÒ – Il viaggio
in auto verso casa. Davanti all’auto l’ostacolo di
un mezzo pesante che rallenta la corsa. L’auto che
“punta” l’ostacolo, aspettando il momento buono.
L’auto che sfreccia in sorpasso: il viaggio verso
casa deve riprendere veloce. Chissà quante volte
l’aveva fatto Carluccio Braghenti. E chissà quante
volte l’abbiamo fatto pure noi, tornando dal
lavoro, da un locale o da una gita al mare; anche
quando non c’era motivo di avere fretta, anche
quando a casa non ci stava aspettando nessuno.
Venerdì pomeriggio, nella sua casa di via
Palestro 7 a Mortara, nessuno attendeva Carluccio
Braghenti, 52 anni, bancario: la giovane moglie,
Julie Marina Gnohj, 30 anni, casalinga, e le due
figliolette, Stephanie e Michelle, due gemelline
nate l’11 dicembre scorso con parto prematuro,
erano in macchina con lui. Insieme stavano
tornando a Mortara dal Policlinico San Matteo di
Pavia, dove le due neonate si erano sottoposte ad
una visita di controllo. L’esatta dinamica del
sinistro deve essere ancora chiarita dai
carabinieri della stazione di Gambolò, ma una
prima ricostruzione, supportata dal racconto di
diversi testimoni, sembra lasciare pochi dubbi
sulle cause del terribile scontro.
Sono
passate da poco le 16 di venerdì: Carluccio
Braghenti è al volante della sua Renault Clio che
viaggia lungo la statale 596bis dei Cairoli.
Giunto all’altezza della frazione Remondò di
Gambolò, la Clio si trova davanti due autobotti.
Il tratto è rettilineo e, nonostante cominci a
calare una leggera foschia, la visibilità è buona.
Carluccio Braghenti sorpassa il primo Tir e resta
con l’auto al centro della carreggiata. Dall’altra
direzione, però, arriva il camion Iveco carico di
legname. Il conducente della seconda autocisterna
«Daf», Dario Finesso, 30 anni, di Cilavegna,
intuisce cosa sta per accadere: si sposta tutto a
destra, uscendo anche di strada, ma la Clio si
infila dritta sotto il camion carico di legna,
carambola più volte e poi finisce nel campo. La
scena che si presenta davanti agli occhi dei
soccorritori è agghiacciante: per i coniugi
Braghenti non c’è più nulla da fare, la piccola
Stephanie muore pochi istanti dopo tra le braccia
del medico del 118, mentre l’altra gemellina,
l’unica sopravvissuta, viene intubata sul posto e
trasportata in elicottero all’ospedale Niguarda di
Milano. Le condizioni della piccola appaiono
subito disperate: uno zio, Marco Braghenti, 33
anni, di Vigevano, riconoscere Stephanie, la bimba
deceduta all’obitorio; poi corre in ospedale e
prega per Michelle, che riceve il Sacramento del
Battesimo. Tutto inutile: alle 13,30 di sabato
anche il suo cuoricino cessa di battere, unendo il
destino della piccola a quello che, il giorno
prima, le aveva portato via una famiglia che non
aveva ancora conosciuto.
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